La Storia - Associazione Cardina

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Intorno a Cardina > La Circoscrizione 8 > Sagnino

Il quartiere ha una storia ed una struttura urbanistica recente, conseguente ai piani di edilizia popolare INA Casa e GESCAL del 1958-1960 ed a successive lottizzazioni che hanno riguardato parti consistenti della collina sovrastante i vecchi nuclei di Mognano e Folcino (a Sud Est, verso Tavernola) e di Ponte Chiasso ed Interlegno (a Nord Ovest).
La struttura precedente del territorio era tipicamente rurale, con alcune corti abitate da contadini, concentrate intorno al nucleo storico di Quarcino, anzi "Quercino", un toponimo che indica sicuramente la presenza di boschi di querce.

Quarcino, situata su un'altura che domina la valle del Breggia, presenta un paesaggio tipicamente rurale, con le propaggini della collina organizzate a balzi per recuperarvi terreno da adibire alla coltivazione, all'allevamento ed alla produzione di foraggio. Questo territorio, precedentemente parte della pieve di Zezio, venne aggregato all'antica circoscrizione dei Corpi Santi di Como nel 1515, quando cioè gli Svizzeri (persa la battaglia di Melegnano) si ritirarono dalla Lombardia attestandosi a Chiasso ed erigendo il Breggia a confine naturale. Il nucleo storico si estendeva intorno alla Chiesa dei S.S Giacomo e Filippo (la chiesetta di S. Giacomo viene citata anche come di S. Giovanni nel sec. XIV.), di impianto proto-romanico (X secolo), di cui costituiva una vicinia.

La chiesetta, recentemente ristrutturata e di notevole valore architettonico, presenta un'abside in pietra moltrasina (probabilmente, insieme ad una parte della navata, precedente al campanile), era anticamente abbellita da alcuni affreschi (in parte recuperati) ed era limitrofa ad un piccolo cimitero. Soltanto nel XVIII secolo la chiesetta si arricchì di un ossario e fu ingrandita, ad opera dei Conti Reina, nel frattempo diventati possidenti principali della zona e proprietari di un palazzo (risistemato all'inizio del 1800 e dotato di archi merlati, da cui il nome di Castello Reina).

La famiglia è Reina citata come nobile milanese, ma anche come oriunda di Malgrate e in principio composta di "agiati negozianti". Si trasferirono a Como quando Francesco Teodoro, nobile milanese, acquistò nel 1727 terreni a Quarcino/Sagnino. Nel 1757 nel catasto teresiano gli stessi terreni appartengono a Ippolito Reina e poi a Giovan Battista. Il conte Lodovico nel 1775 fece rifare a proprie spese la strada di Quarcino con i due archi (di cui uno porta una lapide in memoria con inciso: "via studio conatu Judicio proprio Jam aere mox publico ludovicus s.r.i.c. [conte del sacro romano impero] de reyna refecta aucta perfecta memoriae perenni MDCCLXXV" e forse affrontò anche il rifacimento della chiesa di S. Giacomo. La famigla assurse allo stesso tempo alle più alte cariche pubbliche con Francesco (nato nel 1772), che venne iscritto da Napoleone fra i membri del Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina. Lo stesso, allievo del Parini, raccolse gli scritti postumi del maestro e curò la pubblicazione degli Annali del Muratori. Nel 1850, il territorio del quartiere (che allora faceva parte del Comune di Monte Olimpino) comprendeva i nuclei di Quarcino, Mognano e Sagnino (alcune case sparse) oltre che di Folcino Sopra e Folcino Sotto, al confine con S.Bartolomeo nelle Vigne ed era abitato da una cinquantina di contadini e da alcune famiglie di possidenti. L'attività prevalente, agricola, vedeva la presenza di coltivazioni di miglio, granturco, vite, patate e del gelso, che nutriva i bachi da seta allevati nelle corti.

Presso Mognano, nell'attuale Villa Baragiola, voluta nel 1689 dal Marchese Stoppani v'era una chiesetta con annesso oratorio, dedicata all'Immacolata. Sagnino invece vedeva la presenza (in casa di proprietà Torriani) di una Caserma di Guardia Doganale. Presso il castello Reina, dal 1847 al 1879, risiedeva una colonna mobile di Gendarmeria, poi Guardia Nazionale. Nel 1867, in conseguenza dell'epidemia di colera, una parte della proprietà Reina venne anche adibita a lazzaretto.

Il territorio del quartiere rimase sgombro sino al dopoguerra, quando gli appetiti immobiliari promossero lo smembramento delle precedenti proprietà agricole e l'inizio di una intensa attività edilizia, prima a tipologia popolare, poi speculativa, che rischiò, alla fine degli anni 70 e con la lottizzazione Panaria, la definitiva occupazione della collina.

L'arco di Quarcino

La chiesetta dei SS.Giacomo e Filippo

Una veduta di Quarcino (Palazzo Reina) agli inizi del 1900,
a testimonianza della vocazione agricola della zona

La quarantena dei malati di colera a Quarcino, nel 1867,
in una illustrazione dell'epoca.

 
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