Munari e Cardina - Associazione Cardina

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Munari e Cardina

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Nel 1990, Bruno Munari, importante esponente delle tendenze più moderne della grafica e dell'arte visiva, espone una serie di sculture realizzate "legando" rami secchi, raccolti sulla collina di Cardina, ove l'artista ha vissuto per molti anni ed è spesso tornato nei periodi estivi.

Dal catalogo della mostra, ripresentiamo una memoria di Munari che illustra la tecnica utilizzata nelle sue opere e la sinergia tra creazione e natura. I riferimenti sono tutti alla collina di Cardina ed alle sue risorse ambientali.

Vicino a Chiasso
nel silenzio estivo dei boschi di Cardina
sulla cima della collina di Monte Olimpino
si possono trovare rami secchi (RS)
di frassino di castagno di betulla
di lauro di carpino di acero di ciliegio
di pero di magnolia...
alcuni duri e pesanti altri leggeri e fragili
tutti rivestiti con le loro tipiche cortecce
alcune molto decorative come nella vanitosa betulla
altre incredibili come di ghisa, nel frassino.
Talvolta qualche ramo è rovinato dalle intemperie
altri rami invece sono ben conservati
ed hanno forme molto interessanti (AH)
formati secondo i codici di crescita dei vegetali
per cui le ramificazioni del frassino
sono fatte spesso di armoniose curve
che ricordano disegni in stile liberty
mentre la ramificazione degli aceri
va più per linee rette
rispettando però sempre (quasi) l'angolazione
di attacco al ramo precedente. (XII)

Qualche ramo secco si trova ancora in parte
attaccato penzolante alla pianta madre (PM)
altri sono adagiati sull'erba tra i fiori
nei prati tra un boschetto e l'altro
assieme a felci edera festuca capelvenere
anemoni campanule ortiche garofanini rosa
rododendri nani violette fragole lamponi
misto bosco senza gelato papenzoli genziane
sassifraghe fedifraghe e un sempreverde morto
secco. (HP)
Piccoli sentieri si inoltrano tra le piante (22a)
e un venticello porta il profumo dell'erba tagliata.
E' come passeggiare dentro un immenso albero
di cui non si percepisce l'esterno
un albero grande quanto la collina con foglie
di ogni forma e di tanti verdi diversi. (+)

Raggi di sole come laser dorati
passano tra i rami con linee rette
si accendono e spariscono a caso
secondo i movimenti delle foglie.
Oppure si fermano un secondo a segnalare
un bel ramo secco di betulla
sdraiato sulle felci tra l'edera
o vicino a qualche pietra coperta di muschio. (721)
E prima che la lumaca attraversi il sentiero
raccoglierò qualche ramo (UF)
per il mio laboratorio all'aperto dove
con un seghetto giapponese
sottilissimo e taglientissimo taglierò via (Z)
quelle parti del ramo che non servono allo scopo. (XL)

Faccio così una prima scelta di questi rami diversi
di questi segni solidi campati in aria
cresciuti al canto delle cicale e
tra l'indifferenza delle formiche
seccati dal sole e bagnati dalla luna.
Per lungo tempo li osserverò senza toccarli. (OSS)
Poi proverò a fare qualche accostamento
con pezzi di rami dello stesso albero
o con pezzi di alberi diversi.
Devono poter stare assieme senza toccarsi
appoggiandosi ai fili di tensione. (OF)
I fili saranno bianchi di cotone o lino grezzo
niente interventi di colore. (TF)
L'insieme dei fili in tensione mostrerà
la natura geometrica dei rapporti di forza
le parti in compressione si comporteranno
con molta naturalezza quasi con indifferenza.
Nasce così un corpo unico solido
formato da due forze opposte
dove gli elementi in compressione
stanno solidamente assieme senza toccarsi
tra loro.

E così, senza attrezzi speciali senza aiuti manuali
senza un progetto ben definito anche nei particolari
senza pensare perchè lo faccio e a cosa servirà
senza alcuna ragione accessibile a gente pratica
comincio ad annodare un filo bianco
ad una estremità di un ramo poi ancora
finchè due fili restano solidamente tesi quindi
appoggio sul filo teso l'estremità di un altro
ramo e lo tengo in modo che i rami non si tocchino
e mentre ne lego uno l'altro si slega. Con molta
pazienza imparando la tecnica mentre opero (TMO)
e senza sapere prima che cosa verrà fuori dopo
mi trovo ad un certo punto
ad avere davanti a me con grande sorpresa
un oggetto solido che prima non c'era.

Qualcuno dentro di me mi dice che va bene così.
L'oggetto è compiuto e forse ancora manca qualche filo
per rendere la struttura più solida e qualche filo
lo metterò per ragioni estetiche.
Guardo l'oggetto finito come se lo avessi trovato
già fatto non so da chi.
Mi sento l'esecutore di un progetto che stava nell'aria
sulla cima di Monte Olimpino
tra il vento le nuvole gli alberi il sole le galline.
Un'attività affascinante
si sente un grillo lontano nel gran silenzio
vicino a Chiasso.

Tensione e compressione

Due opposti stanno assieme
e creano un corpo solido.
La tensione si rivela nelle linee rette
la compressione nelle forme organiche.
Gli elementi organici non si toccano fra loro,
gli elementi in tensione collegano il tutto.
Natura e geometria.
Negativi-positivi a tre dimensioni.

B. M. Monte Olimpino - 11 agosto 1990 (CC)

Note:

RS - Ma non solo a Monte Olimpino, naturalmente
AH - Nel senso estetico come se il ramo fosse un segno a tre dimensioni, tracciato lentissimamente nello spazio da una quarta dimensione
XII - In un frullo d'ali un merlo vola via. Il ramo su cui si posava oscilla lentamente per poco
PM - Come se lo tenesse per mano prima di lasciarlo
HP - Talvolta succede
22a - Scricchiolano rami secchi sotto i piedi
+ - Verde tenero dei germogli, verde cupo delle magnolie, verde dorato dal sole, verde vellutato del muschio, bruno caldo delle foglie secche di castagno, giallo cromo delle foglie nate in ombra, grigio verde militare della salvia
721 - Da raccogliere per metterlo sulla terra dei bonsai
UF - sono molto difficle, io, nella scelta.
Z - Zac! Zac!
XL - Questo proprio non so come spiegarlo a un non credente
OSS - Anche per qualche anno. Alcuni rami non rivelano a prima vista la loro natura associativa, la loro personalità, le loro possibilità di partecipazione a un "tuttùno" fatto di tensione e compressione insomma
OF - Come gli uccelli appoggiati sui fili dell'alta tensione
TF - Troppo facile
TMO - Si scopre così che c'è un tipo di nodo fatto da un giro dritto e uno rovescio, che tiene bene la presa. Si riesce anche ad annodare con l'indice e il pollice mentre il medio e il mignolo tengono fermo il ramo poichè l'anulare è occupato a tenere staccato un ramo che non deve toccare un altro ramo. Un terzo ramo è tenuto nella sua posizione dalle ginocchia, mentre premendo col torace l'stremità di un quarto ramo che preme con l'altra estremità il muro si può fare un nodo nel punto giusto, che chiude tutto il sistema delle tensioni.

 
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